Masturbation Month nei fatti e nelle parole (9/5/22)
Già l’anno scorso qualche dubbio sulla narrazione intorno alla masturbazione aveva fatto capolino; quest’anno c’è qualche risposta in più, oppure sono solo aumentati.
Mese della masturbazione: l’esigenza di venire…
L’articolo dell’anno scorso collega link e cenni storici della ricorrenza, perciò mi inoltro direttamente nel cuore di ciò che vorrei esplicitare a questo giro.
Di masturbazione non se ne parla mai abbastanza, non con il coro di voci che servirebbero in questo caso. Masturbarsi è importante, è un modo per conoscersi e per sapere cosa ci piace o no, ed è anche uno strumento per prepararci alla comunicazione con il/la/lu partner: se conosciamo noi stesse/u/i possiamo esprimere le nostre preferenze, i nostri desideri e il modo in cui il nostro corpo funziona e reagisce meglio di come potrebbero fare le/lu/i nostre/u/i partner indovinando a casaccio.
Porno, sex toy, giochi erotici, fantasie sessuali sono tutte opzioni utili (ma non necessarie) per la masturbazione.
… per andare dove?
E cos’altro? La narrazione in merito alla positività della masturbazione è in mano ai negozi di sex toy. Non fraintendetemi: non solo amo i sex toy, ma ci lavoro anche, com’è ben visibile nel sito stesso; semplicemente inizio a notare le falle che emergono quando è un negozio, una compagnia, un’azienda che vuole venderti il loro brand sotto forma di idea; lì sì che si vedono le crepe.
Non basta dire “compra questo prodotto!”, perché smetterebbe di essere accattivante dopo due o tre volte che viene ripetuto. Così i brand - senza neanche sforzarsi troppo, in certi casi, di fare di un claim un vero e proprio manifesto di intenti - iniziano a propinare divulgazione, consigli, mantra positivi e quant’altro. Bella scoperta dell’acqua calda capitalista, direte voi, e avreste ragione. Ma è da qui che nasce la mia esigenza di fare un attimo il punto della situazione.
Tanto di corpi, quanto di soggettività: di chi è il diritto al piacere?
A chi è rivolto il discorso sexpositive sulla masturbazione? Su chi si plasma questo millantato diritto all’esplorazione, alla conoscenza e al piacere sessuale? Ovviamente io non posso parlare per, né al posto di, ma se navighiamo tutte/u/i nel 2022 sappiamo che tutte le soggettività che non siano maschi, bianchi, etero, cinsgenere, abili e magri stanno sgomitando per farsi sentire perché non sono mai state rappresentate. Un discorso sulle sessualità che non solo voglia essere completo, ma precisamente inclusivo può non porsi domande sulla limitatezza della sua narrazione?
Non significa quindi sforzarsi a tutti i costi (anzi sconsiglio, sennò vengono fuori oscenità peggiori dell’osceno); né che bisogna parlare per tutte/u/i senza avere la conoscenza necessaria per poterlo fare; anzi non bisognerebbe parlare proprio di qualcosa che non ci riguarda, quanto farsi da parte e lasciare che chi ne compete lo faccia al posto proprio.
Però sarebbe un inizio già prendere coscienza di ciò, ed è quello che vorrei fare. Il mio spazio digitale è questo blog e quindi non posso offrire altro che non mi ritorni indietro, ma vorrei, senza pretesa, offrire sinceramente una parentesi alternativa e necessaria per tutto il mese di Maggio.
Ci saranno articoli che testimonieranno storie un po’ fuori dal coro, e non saranno scritte da me; l’intento è quello di ampliare la lente di testimonianze che siano raccolte e pronte all’utilizzo per chiunque si ritrovi tagliata/u/o fuori dal discorso mainstream.
Ho fatto una call sul canale telegram e con questo articolo la ribadisco: servono storie di corpi e soggettività non conformi; non voglio appropriarmi di ciò che non è mio e comprendo pure che non a tutte/u/i interessa d’essere “ospitata/u/o”, ma anzi rivendicare uno spazio proprio. Questo blog è il mio di spazio, e mi rendo conto che una delle cose che posso fare è renderlo contenitore di moltitudini, quando possibile. Che non è neanche abbastanza, ma è un inizio.
Stravolgiamo le regole del sexpositive perfetto, insieme.
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